Tutti i giorni ci troviamo a combattere una battaglia interna: faccio o non faccio, dico o non dico, biasimo o non biasimo, o prendendo in prestito una famosa frase di Shakespeare: essere o non essere.
Lo sai Alex, cosa scriveva Platone in merito alle vittorie?
No Cloud, non lo so, e tu sai benissimo che io non lo so, ed allora mi domando perché pur sapendo che non conosco le risposte tu continui a farmi domande di cui non conosco le risposte?
Ehi, quanta verve Alex, il perché ti pongo le domande anche se so che non conosci le risposte é semplice: per mettere il tuo cervello in stato di elaborazione. Se facessi solo affermazioni, come facevano a scuola, il tuo cervello non entrerebbe mai in elaborazione, si annoierebbe e perderebbe l’attenzione necessaria all’apprendimento. Come ormai dovresti sapere il nostro neurone una volta stimolato non può decidere di non reagire. Quindi quando il tuo cervello riceve lo stimolo della domanda non può decidere di non reagire allo stimolo.
Se ti chiedo: “di che colore é la parete della stanza in cui ti trovi ora?”
Se sei sincero non potrai negare, dopo aver letto la domanda, di aver osservato la parete, di aver verificato il colore e di aver attribuito la risposta a livello mentale. Magari adesso deciderai di non dirmi la tua risposta verbalmente. “non te lo dico” ma in ogni caso avrai dato una risposta alla domanda.
Quindi ogni volta che ti pongo una domanda e verifico che tu l’abbia ascoltata so per certo che entrerai in elaborazione.
Ti é chiaro adesso, Alex, il perché continuo a farti domande di cui non conosci le risposte? Si credo di aver capito!
Lo stesso Socrate usava questo metodo con i suoi allievi: praticamente spingeva i suoi interlocutori ad arrivare da soli alla soluzione di un enigma, un problema o qualunque altra cosa necessitasse di essere risolta.
E poi c’é un’altra ragione. Ah Si? E quale sarebbe?
Vedi Alex mentre mi rivolgo a te ponendoti delle domande anche moltissime altre persone che ci stanno leggendo in questo preciso momento leggeranno la domanda. E allora?
Allora Alex, anche tutte quelle persone leggendo la domanda che faccio a te saranno obbligate a mettere in elaborazione la loro mente, e magari si renderanno conto di non essere soli ad affrontare il loro cammino.
Come sempre hai ragione tu, Cloud.
Ok, Ok, ora però torniamo alla domanda iniziale.
Platone scriveva: “La principale e più nobile vittoria é vincere se stessi, mentre essere vinto da se stesi é la peggiore e più turpe delle sconfitte”.
Perché alcuni individui, sia nella vita professionale che quella privata, hanno molto più successo degli altri?
Forse perché l’erba del vicino é sempre più verde, rispondo scanzonatamente.
No Alex non é per quello. Il fior fiore dei filosofi si é cimentato alla ricerca di una risposta a questa problematica.
Aristotele affermò che il grande quesito a cui tutti siamo chiamati a rispondere é :” Come bisognerebbe vivere per essere felici?”
Dalla tua capacità , caro Alex, di dare una risposta a questa domanda dipende in larga misura se riuscirai o meno a raggiungere la felicità ed in quanto tempo.
Va bene Cloud, ma cosa centra la questione di vincere se stessi con la faccenda di scoprire il come bisognerebbe vivere la propria vita per essere felici? A me sembrano due argomenti completamente staccati l’uno con l’altro.
No Alex non lo sono. In realtà le due cose sono estremamente unite.
Ti sei mai posto la domanda di come bisognerebbe vivere per essere felice? Sinceramente Alex. Dimmi, te la sei mai posta?
No Cloud, non me la sono mai posta.
Perché ? Mi incalza Cloud.
Non lo so Cloud, proprio non riesco a trovare un motivo per cui non mi sono mai posto la questione.
Non la questione, fa Cloud, ma la DOMANDA.
Se non ti poni la domanda non uno solo dei tuoi neuroni entrerà in elaborazione per trovare una risposta.
Solo così potrò aiutarti a trovare la risposta.
Ma per farti la domanda devi vincere l’atavica pigrizia che ci pervade tutti, devi importi di farti le domande giuste. Non devi dare tregua alla vocina che ti dice: dai lo farai domani.
Ecco cosa significa vincere se stessi.
Con ferrea disciplina devi porti le domande giuste e poi continuare a portele giorno dopo giorno mese dopo mese anno dopo anno. SI! é un impegno gravoso, a volte anche noioso, ma solo così prenderai in mano il timone della tua vita.
Solo così smetterai di andare alla deriva alla mercé della corrente del fiume.
Una cosa che accomuna tutti i grandi uomini é proprio la loro vittoria su se stessi. oltre a tante altre cose, tutti hanno in comune il fatto che generalmente quello che dicono fanno, senza ne ma ne se, lo fanno subito HIC et NUNC…(qui ed ora).
Sanno perfettamente che non basterà recitare la domanda per vedere subito i risultati. Che recitare la domanda non é un incantesimo magico che all’istante trasformerà la propria vita. Ma sanno che continuando a rinnovare la domanda piano piano cambieranno direzione e cominceranno ad inanellare piccoli successi che li porteranno alla meta finale.
E la cosa interessante é che il cambiamento avverrà con un decorso esponenziale. Prima tanto tempo per pochi risultati per finire con grandi cambiamenti in pochissimo tempo.
Non c’é altra via, non ci sono scorciatoie.
Caro Alex, ancora una volta é questione di disciplina. Solo così vincerai su te stesso.
Trattoda : What about You by A.R.
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